Cos’è l’usura

Cos’è l’Usura?

“Si ha usura quando il corrispettivo di una prestazione in denaro consistente nella richiesta di interessi, spese e commissioni costituisce un costo totale finanziario estremamente esoso in relazione alla categoria della prestazione, all’entità della prestazione ed alle dinamiche finanziarie del mercato”.

Ma quando il corrispettivo è usuraio?

Per semplicità il corrispettivo è determinato quale percentuale di costo applicata ad un valore per un determinato periodo di tempo. Quindi nel caso degli interessi il corrispettivo è dato dal tasso passivo applicato dalla Banca. L’art. 2 della L. 108/96 indica che il Ministero del Tesoro sentito l’Ufficio Italiano Cambi e la Banca d’Italia fissa trimestralmente i tassi soglia usurari per categoria di finanziamento.
Le categorie sono fissate annualmente.
Fra le categorie esiste anche le aperture di conto corrente, nonché tutte le varie tipologie di affidamento o finanziamento.
Il corrispettivo diviene usuraio quando il tasso applicato dalla banca è superiore al tasso soglia.

Del problema relativo ai tassi di interesse usurai illegalmente praticati dalle banche e dalle finanziarie se ne parla tanto negli ultimi anni.

Molti casi di usura bancaria verificati su scoperti di conto corrente sono spesso originati dal fatto che pochi controllano attentamente e con periodicità le condizioni contrattuali del proprio c/c , non immaginando quanto possa costare uno sconfinamento senza un fido.

In determinate e, purtroppo molto comuni, occasioni, la situazione può diventare molto grave, con conseguenze pesanti per le aziende (piccole e piccolissime soprattutto) e i semplici cittadini.

Il paradosso dell’attuale situazione è che, mentre le banche concedono crediti e fidi con molta difficoltà, nello stesso tempo applicano tassi da usura sugli scoperti .

In questi casi la pratica dell’usura bancaria è favorita dal fatto che la modalità con la quale le commissioni previste nei contratti di apertura di c/c predisposti dagli istituti di credito sono, sugli scoperti di conto corrente di norma poco trasparenti e inserite in postille che i clienti spesso tendono a non leggere attentamente o a sottovalutare.

E’ invece di tutta evidenza che uno sconfinamento anche minimo sul proprio conto corrente può costare parecchie decine di euro, anche se solo per un giorno.

Uno scoperto di fido o di conto corrente può generare costi altissimi per i clienti che lo superano determinando condizioni e tassi anomali che spesso possono produrre usura bancaria.

A tal proposito va sottolineato che la commissione di massimo scoperto, ampiamente utilizzata negli anni 70/80/90, ha concorso a determinare interessi composti che hanno prodotto anatocismo e nei casi più eclatanti usura bancaria.

Nello specifico il problema come è ben noto risiede nella rilevazione del tasso effettivo globale medio che, a norma dell’ art.2 della legge 108/96 deve ricomprendere su base annua tutte le commissioni o remunerazioni che a qualsiasi titolo vengono chieste dalle banche ad esclusione d’ imposte e tasse.

La verifica del rispetto delle soglie di legge, da parte di ciascun intermediario finanziario, richiede il calcolo del tasso in concreto praticato, sommando tutti gli interessi e gli oneri in relazione all’ importo accreditato sul conto corrente comprensivo della commissione di massimo scoperto.

I recenti interventi legislativi, hanno previsto espressamente che le commissioni e le provvigioni a favore delle banche, calcolate sulla effettiva durata dell’ utilizzazione delle somme accreditate, dovranno essere rilevate ai fini del tasso effettivo globale medio.

Usura Bancaria: il tasso di usura


Per inquadrare il problema con precisone è indispensabile chiarire innanzitutto la nozione di tasso di usura .

Per definirne l’entità e quindi la natura, la Banca d’Italia stabilisce, con cadenza trimestrale, il valore del tasso massimo d’interesse, in questo caso denominato “tasso soglia”, che le banche possono applicare ai loro clienti, sia quando gli stessi richiedano un mutuo, un prestito o un affidamento in conto corrente.

Quando avviene il superamento del tasso soglia stabilito da Bankitalia , si verifica un caso di usura bancaria, in questa circostanza, i clienti che l’hanno subita possono, utilizzando le vie legali, richiedere la restituzione del denaro indebitamente pagato.

Usura bancaria e legislazione


Le motivazioni di una prima sentenza, emessa nel dicembre 2011 dalla Corte di Cassazione in merito all’usura bancaria, hanno aperto alle aziende a ai privati cittadini la strada del risarcimento civile.

La sentenza, nonostante l’assoluzione di tre banchieri, ha comunque configurato la possibilità di ottenere il risarcimento per la scorretta applicazione della commissione di massimo scoperto, quando la stessa va a generare tassi usurari.

Come si legge nella motivazione della sentenza

Le circolari e le istruzioni della Banca d’Italia non rappresentano una fonte di diritti ed obblighi e nella ipotesi in cui gli istituti bancari si conformino ad una erronea interpretazione fornita dalla Banca d’Italia in una circolare, non può essere esclusa la sussistenza del reato di usura sotto il profilo dell’elemento oggettivo”.

Il decreto sviluppo, convertito in legge nel luglio 2011, ha per la Suprema Corte ” introdotto un regime maggiormente favorevole agli istituti di credito in relazione al reato di usura”, ma la stessa corte ha ribadito come tale norma non abbia effetto retroattivo.

La stessa corte, nell’esaminare le nuove norme di regolamentazione del mercato creditizio, che hanno elevato il T.E.G. (Tasso Effettivo Globale) di credito, ha stabilito che banche e finanziarie non possono avvalersi di tali normative in caso di denuncia da parte di imprese o privati che accusino l’applicazione di interessi usurari.

Nelle motivazioni viene anche riportato testualmente questo inciso:

“la portata dell’intervento innovativo sulla determinazione dei criteri di individuazione del tasso soglia e la mancanza di norme transitorie, certamente non dovuta a disattenzione, denotano che si è voluto dare alla normativa (che ha introdotto un regime maggiormente favorevole agli istituti di credito in relazione al reato di usura) operatività con esclusivo riferimento a condotte poste in essere dopo la sua entrata in vigore, senza produrre effetti su preesistenti situazioni, regolate dalla normativa precedente”.

La Suprema Corte di Cassazione poi, in una storica sentenza del 2013 , così ribadisce la conseguenza di comportamenti scorretti tenuti da istituti di credito e finanziarie:

“se sono convenuti interessi usurari la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”

Come conseguenza diretta di questa sentenza, in molti contratti di mutuo nei quali erano stati applicati tassi di mora molto elevati, applicazione che dava luogo a casi acclarati di usura bancaria, l’accertamento, a seguito di opposizione a decreto di ingiunzione, dell’esistenza di questa pratica illecita ha portato l’autorità giudiziaria a concedere provvedimenti di sospensiva dell’atto di pignoramento degli immobili.

Inoltre, qualora venissero riscontrate anomalie finanziarie nei contratti da parte degli ispettori della Banca d’Italia , Banche e finanziarie possono venire sanzionate economicamente anche per importi significativi, soprattutto a seguito dell’accertamento di applicazione di tassi di interesse inquadrabili nell’usura bancaria.

Lascia un commento